IL DIRITTO DI ESSERE UN BAMBINO NEL TERZO MONDO.
BAMBINI VEDETTA, MENDICANTI, CORRIERI DI DROGA, BAMBINI LADRI, PROSTITUZIONE.
Riflettete:
Qual è la domanda che ci viene posta più spesso da piccoli?
Indubbiamente questa: Cosa vuoi fare da grande?
Le nostre risposte variano da astronauta, cantante, psicologa, maestro, ballerino, attrice e chi più ne ha più ne metta.
Ricordo sempre un tema delle elementari, dove il titolo era proprio quest’ultimo.
Io che non so cosa scrivere: ”Silvia che cosa vuoi fare da grande?” penso.
Scrivo e cancello, con la penna cancellabile blu.
”Boh, forse la maestra, mi piacciono i bambini.”
”Ma no, troppo banale invento qualcosa di figo”
Prendo posizione, afferro il foglio a righe e inizio.
Il tema iniziava più o meno così: ” Da grande voglio essere una cantante..”
Oggi, capire che in quella domanda c’era il diritto intrinseco e nascosto di SOGNARE.
Qualcosa di puramente scontato per noi piccoli ingenui bambini nati nella parte privilegiata del mondo.
E cosa succede invece quando la roulette dell’Universo decide di far nascere un bambino in una zona di mondo tutt’altro che fortunata?
Lì la probabilità di condurre un’ infanzia spensierata e felice si riduce drasticamente. Il gioco e la scuola lasciano il posto a qualcosa di più pericoloso, devastante
VIENI, TI PORTO A FARE UN PICCOLO GIRO IN QUESTO MONDO OSCURO, ABOMINEVOLE E CRUDELE.
Per questi bambini nessun tema con titolo ”Cosa vuoi fare da grande?”
Perchè?
Perchè un lavoro già ce l’hanno.
Le scelte sono varie:
- BAMBINO VEDETTA: Il suo compito è quello di tenere sotto controllo la zona/quartiere da presenze non gradite come polizia, figure sospette ecc e successivamente avvisare il suo ”boss”. Generalmente lavora in aree dove sono presenti spaccio e prostituzione.
- CORRIERE DI DROGA: Il suo lavoro consiste semplicemente nel fare da tramite e quindi da ”corriere” tra il venditore e l’acquirente di droga.
- BAMBINO LADRO: Così chiamato nel gergo popolare. Mandato da adulti (boss o peggio ancora dai suoi familiari) alla ricerca di qualcuno da derubare.
- MENDICANTI: Da soli o in gruppo, sono mandati (anche il questo caso da adulti) per chiedere e poter elemosinare qualche spicciolo o semplicemente un po’ di cibo.
- PROSTITUZIONE: Forse la più esecrabile. Maschio o femmina poco importa. Minori presi e messi in vendita per prestazioni sessuali con adulti (e non) in cambio di grandi somme di denaro. Un gigantesco giro di moneta è dovuto anche al TURISMO SESSUALE, turisti recatisi in quel determinato paese esclusivamente per questo genere di cose.
L’ITALIA E’ TRA LE PRIME IN CLASSIFICA PER TURISMO SESSUALE.
Siete allibiti?
Prendetevi un secondo.
Una delle prime cause di queste piccole e comuni professioni è la POVERTA’ MINORILE.
Dai dati diffusi dall’Istat emerge che attualmente (2021) sono oltre un milione e trecentomila i minori in povertà assoluta. https://www.istat.it/it/archivio/povert%C3%A0
La conseguenza repentina della povertà minorile è la povertà educativa.
Che fine fanno questi minori? Come vivono? Cosa imparano? Qual è il loro futuro?
LE MIE PRIME VOLTE.
Dove ho visto e respirato tutto ciò per la prima volta.
ESSERE UN BAMBINO IN BRASILE. https://lanuovathule.com/brasile/
La prima volta che sono venuta a conoscenza di alcune di queste piccole professioni è stata in Brasile, quando a ventuno anni ho vissuto in una Favela.
(Le Favelas sono piccole o grandi zone di povertà, droga, prostituzione.)
Ho abbracciato, parlato e fatto attività con bambine e giovani adolescenti vittime di violenza e/o obbligate alla prostituzione.
Ho pianto insieme a loro. Non me ne vergogno, ne vado fiera.
E’ stato proprio là, in Brasile, che sono venuta a conoscenza del turismo sessuale e del primato dei miei connazionali italiani. Provo ancora tanto disgusto.
Ho giocato con bambini vedetta e corrieri di droga.
Ricordo sempre la bellezza di due bambini in particolare, in una delle Favela più famose del Brasile, Moura Brazil.
”Silvia non giocare con loro, Silvia non li abbracciare saranno pieni di pidocchi, Silvia è pericoloso”
Questi, i consigli di chi mi accompagnava.
Consigli che non ho afferrato. Per scelta.
I pidocchi li ho presi davvero ma l’istinto e la necessità sono stati quelli di giocare con loro, poter vedere su quei volti spensieratezza e sorrisi sinceri.
Far fluire il loro essere.
Essere bambini.
ESSERE UN BAMBINO IN TANZANIA, MAROCCO, TURCHIA, TUNISIA.
Qui ho toccato con mano la facilità che un bambino ha di divenire un mendicante o un cosiddetto ”bambino ladro”.
E’ vero, ne vediamo e ne sentiamo parlare anche in Italia.
Ma qui e non solo la percentuale è alle stelle.
Vestiti stracciati, volto sporco, fazzoletti o semplicemente mani congiunte per chiedere due spiccioli.
I progressivi ”no” ricevuti minuto dopo minuto.
Cacciati a suon di minacce e toni bruschi dai proprietari dei vari locali.
I volti di queste piccole anime sono, giornalmente, violenza per la mia anima.
Ci insegnano a stare attenti, a diffidare. E lo facciamo. Lo faccio.
Ma poi mi fermo, penso, rifletto:
Potrebbero essere i miei nipoti, che tanto amo.
Potrei essere stata io, se vent’anni prima fossi nata qua invece che nel ”bel mondo” occidentale.
Potremmo essere stati tutti noi.
Potremmo essere tutti.
Ed è proprio in questi casi che l’amore per il mio lavoro prende campo, accompagnato da una buona dose di empatia.
Questo è quello che volevo e voglio fare.
Questa è la risposta a chi mi chiede costantemente: ”Qual è il tuo obbiettivo?” o ” Cosa pensi di fare o poter cambiare?”
Semplice.
Regalare un sorriso, a tutti quei bambini a cui il sorriso è negato.
A tutti quei bambini a cui il diritto di giocare e sognare è negato.
E poter chiedere anche a loro: